Ticket to nowhere – un anno dopo

http://evak.altervista.org/il-viaggio-ticket-to-nowhere/

Ti sembra di essere in una delle piazze dei quadri di De Chirico: vedi le cose che succedono fuori ma sei in quella piazza, su quell’autobus, e e il conducente ti fa risalire e prendere il tuo posto, potresti mollargli un pugno e scappare via, ma se poi rimani a piedi come fai?

E invece un giorno decidi di non risalire più su quell’autobus, e scopri che è facile, non serve dare nessun pugno al conducente. E te ne vai a piedi, semplicemente, gli altri risalgono e tu te vai a piedi per i fatti tuoi. La decisione fa paura, ma la devi prendere per salvarti dal nulla.
Nessun conducente, nessuno che impone una strada piuttosto che un’altra. A piedi si respira, si corre o ci si ferma, si guardano le montagne, si pensa, si vivono i momenti e si incontra la gente. Si può camminare insieme, anche.
La destinazione è ignota, anzi, la destinazione è il destino che ci siamo costruiti, la strada che abbiamo preso di cui vediamo solo un piccolo pezzo, vivendolo giorno per giorno.