Arco – Parete San Paolo – Via Concordia

Che voglia di tornare ad Arco…. per la roccia, per la pace che sempre mi da questo posto!!! Ci torno per Pasqua, per Andre è la prima volta in valle del Sarca e ho voglia di portarlo in una delle mecche italiane dell’arrampicata.
Scegliamo (propongo) la via Concordia: una via sportiva non troppo difficile (max 6a/+) ma con la sua continuità, di cui ho sentito parlare molto bene. La mattina arriviamo al parcheggio della pizzeria Lanterna, solito ritrovo di climbers, e ci avvicina un signore, ci dice “Puonciorno, foi che fia andate a fare?” glielo dico. Sorridente, ci chiede se può venire con noi, ci spiega che è amico di Heinz Grill, con lui sta mettendo a punto la nuova guida, ma gli servono ancora foto di Athene e Concordia…. ci guardiamo, un po’ increduli e un po’ sorpresi, ma la cosa non ci da problemi visto che comunque non saremmo andati in alternato e in 2 o 3 cambia poco. Io devo stare attenta a non lasciare ciuffi fuori dal casco, non sarebbe fotogenico :D.
Il signore mi avverte che il primo tiro è subito cattivo, 6a abbastanza continuo e insomma così a freddo…. parto elegante, arrivo al terzo rinvio e zac. sono costretta a prenderlo in mano per rinviare. uffa. procedo faticosamente per passi che intuisco ma la presa è sempre troppo alta rispetto a me, così come anche lo spit visto che Herr Grill è alto quasi mezzo metro più di me e spitta di conseguenza. Spero che il gentile signore non sia troppo purista sul discorso dell’arrampicata ritmica….
Recupero Andrea e David, ma vedo che anche loro in questo tiro non sembrano particolarmente illuminati d’immenso. meglio… poi il primo tiro per me è sempre una sofferenza. Le vie dovrebbero iniziare subito con un tiro di IV, almeno uno si sveglia con calma…
Secondo tiro, passo su spigolo molto bello. David in sosta mi chiede se ho tirato il rinvio e con somma soddisfazione gli dico di no. Da qui procedo bene in libera per tutta la via, è vero, era proprio il primo tiro. In questa via ogni tiro ha il suo perchè, non è particolarmente dura, ma le difficoltà sono comunque continue. Con tranquillità si arriva al tiro chiave, il bellissimo diedro che carattterizza la via, anche se fa parte di Giù dalle Brande, di cui Concordia costituisce una variante diretta nei primi 5 tiri.
Guardo il diedro e fingo tranquillità, insomma devo mantenere un certo contegno. Nella vecchia guida era dato 6b, ora 6a, comunque è bello, chiodato non corto ma senza troppo panico. Parto elegante e decisa, a metà tiro rinvio, e visto che ho la corda ancora sopra di me azzardo un passo di aderenza spietata con le mani in una microfessura. La forza di gravità interviene e l’allungamento della corda anche. sbuf. Riparto, meno decisa, ci penso bene e capisco che devo alzare molto il piede sinistro, spingere e andare di mano destra a prendere una presina. Stavolta funziona, poi breve tratto un po’ di forza e ne sono fuori. Gran bel tiro, molto tecnico.
Andrea è un po’ provato…. Seguono poi ancora 2 lunghezze, 6a e 5b, e siamo fuori. Io sono comunque soddisfata, andrea è un po’ disfato, David contento di aver fatto foto a destra e a manca: a me dalle soste, ad Andrea bloccandosi nei punti più interessanti dei tiri e prendendolo da sopra.
Poi si scende, si chiacchera di yoga, di filosofia, e ovviamente delle vie della valle. Così ho modo di informarmi un po’ su questo gruppo che negli ultimi anni ha aperto queste 60 vie su pareti che prima destavano poco interesse, il metodo di apertura, il lavoro di pulizia ecc.
Beh davvero una Pasqua originale! (foto ora non ne ho… arriveranno!)