E…state a Erna!

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il titolo di questo post mi è venuto in mente a fine giornata, guardandomi i polpastrelli viola e sentendo la pelle dei piedi pungere dopo aver tolto le scarpette. 16 marzo. ufficialmente è ancora inverno…
Penso a quando dopo cena scriverò sul blog e penso a un titolo adeguato alla giornata estiva passata in falesia a Erna. Mi viene in mente il classico e logoro slogan che riempie migliaia di volantini di luoghi che turistici che propongono il loro migliore programma per intrattenere gli ospiti che vagano con il gelato in mano sui lungolaghi o tra vicoli storici. Immancabilmente la fantasia degli autori cade (o s-cade) nel poco originale e ormai usurato gioco di parole e…..state.
La gente dovrebbe trovarlo carino. Invece lo trova scontato peggio dei 3×2.

E’ da metà settimana che se penso alla mia domenica arrampicatoria mi vedo a Erna, non so perchè. Poi penso che ci sono stata esattamente un anno fa, in questa falesia immancabile del lecchese. Tutto il solito gruppo andrà a Predore, io sento Stefano, un vecchio amico da poco ritrovato per caso a Pero, e mi organizzo per andare a tirare le piccole tacche grigie di Erna.
All’ultimo mi chiama la Cri e mi dice che verrà anche lei, che lascerà il Gerry sugli strapiombi di Predore e verrà con noi.
Ritrovo alle Pigne (ananas, carciofi, fate voi). Colazione alla lussiosa pasticceria che ormai è il bar di livello degli scalatori che vengono risalendo dalla SS36, con le cameriere vestite bene che non credo capiscano cosa facciano questi clienti colorati e un po’ straccioni a quest’ora della domenica.

Arrivati a Erna iniziamo i saluti. Io e la Cri conosciamo insieme almeno metà della Milano che arrampica, considerati i rispettivi lavori.
Erna è meravigliosa, la falesia è a 20 metri dalla ferrata, ma eccetto i primi tiri non la si sente mai.
Si scala all’ombra fino alle 12 circa, riesco a fare il primo tentativo su O sudor del Murador quasi all’ombra, ma si capisce che è un palo e non riesco a finire di montare i rinvii, ha un passo assurdo senza una presa da cui rinviare. La cri riuscirà con molta più maestria passando da uno spit del tiro a fianco.
Si scala, si chiacchera con i conoscenti incontrati, è una giornata piacevolissima, a parte questo caldo con un sole che sembra una dannazione sulla pelle. Non siamo abituati, sentire luglio sulla testa quando ancora è marzo ti porta a perdere ogni riferimento spazio temporale, fa davvero strano.

L’anno scorso, esattamente 52 settimane fa, ero venuta qui con la lista dei 6b da provare. Avevo provato e avevo sbalgiato il celeberrimo Apprendista Stregone. Oggi lo scalo ancora. Lo chiudo, con margine ma con attenzione, non è un tiro da prendere sotto gamba e se mi dicessero che è 6b+ direi che ci sta tutto! Bellissima Erna con la sua muragliona grigia enigmatica, così difficile da scalare a vista, ma se con lucidità ci si posiziona bene sui piedi, anche le tacche per le mani diventano visibili.

Mi piazzo sotto Danza Verticale, celebre 8a. Se mai n giorno (non credo) dovessi essere capace di salire un 8a, vorrei che fosse un tiro così. Verticale, prese piccole, una linea che sembra insalibile da sotto, una placca grigia e uniforme, che cela un rebus di punti deboli cui aggrapparsi per strisciare centimetro dopo centimetro e approdare in catena a 20 metri da terra.
Ma Erna ti abbassa le orecchie, che qui diventano lunghe e ciondolanti come quelle dei Setter più belli: e ti ricordi che i ragazzi con i fouseaux colorati degli anni 80 la sapevano lunga e ci avrebbero fatto mangiare la polvere, che questi gradi sono sempre più duri di quel che ti aspetteresti, che ogni tiro nasconde la sua insidia e che qui non si viene a raccogliere gloria ma lezioni di umiltà e compiti a casa. Difficili da svolgere, perchè non basta tirare tacche al trave o lanciare al pan gullich. Servono i piedi, l’equilibrio e la maestria….

Torniamo giù, una birretta con gli altri al bar della funivia, fotografie ad un Resegone infuocato e una Grignetta ormai primaverile. Il profumo di fiori lungo il sentiero dice che è ormai primavera.

Una risposta a “E…state a Erna!”

  1. Hai detto bene Eva, la falesia è molto bella! Peccato che il caldo non ci abbia permesso di scalare alla grande.
    Secondo me con 15° in meno “O sudor” te lo mangiavi…
    Alla prossima! Chiara

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