Gita “sociale” al rifugio Bignami

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Non sembrava più possibile, ma ce l’abbiamo fatta! Da più di un anno si cerca di organizzare una gita in montagna tra colleghi, ma qualcosa l’ha sempre impedito. Doveva essere la val di Mello, poi la Val Malenco… niente.
Un mese fa decidiamo la data e decidiamo di andare “da Igor”, spassoso e misterioso personaggio, un alpinista dell’Est europeo (non sappiamo bene di dove) che da un paio di anni gestisce il rifugio Bignami in Val Malenco e il ristorante-albergo Fior di Roccia a Campo Franscia.
La gita capita a fagiolo nel fine settimana più caldo dell’anno…. si parte dopo campale giornata in negozio, e dopo un rapido panino “dalla Genny”, che gentilmente tiene aperto il baretto per aspettarci, con i panini già pronti. Io e Anna partiamo per Lecco, tante risate e musica a palla, al Bione troviamo Simone che ci carica sulla sua macchina. Ci raggiungono Filippo con Sara e Marco con Peppo a campo Franscia, dove salutiamo Igor che ci offre un genepy. Ultimo tratto in macchina e si parte alla luce delle frontali. Fa caldo anche qui, a 2000 metri! Io e Sara camminiamo in canottiera. Una stupenda mezzaluna sbuca dai monti, e a sorpresa dopo un’ora scarsa anche le luci del rifugio sbucano dagli alberi. Quasi l’una di notte. Ci aspetta una ragazza che conosco, leho sicuramente venduto delle scarpette e l’ho incontrata in palestra diverse volte. Ci tiene compagnia e ci offre una birra artigianale.
Poi via in camera, a nanna!
Sveglia con comodo, colazione come si deve. Simone e Anna ci lasciano per andare a scalare, noi altri 5 ad orario quasi vergognoso partiamo per un giro a piedi. Non abbiamo una meta particolare, io vorrei andare a vedere il grande seracco, prendiamo il sentiero, ci rendiamo conto che non è verosimile andadre sotto una forza della natura del genere, quindi andiamo verso un ameno laghetto, passando per un prato di fiori gialli e per una morena. Ambiente fantastico, gita relax, chiacchere e passo tranquillo. Tante fotografie. Una sosta al laghetto dove mangiamo i panini fatti preparare al rifugio. Poi io parto con Filippo e Sara per la forcella. Finita la morena perdiamo la traccia e ce la inventiamo, costeggiando una parete friabile e un paio di nevai. Quando vediamo gente che scende capiamo che dovevamo stare molto più bassi e salire da ultimo. Va bè, siamo alpinisti e ce la caveremo! Gente che ci incontra con l’aria del tutto merendera ci sconsiglia di proseguire poco attrezzati come siamo: siamo tutti e 3 in pantaloni corti, io e Filippo con scarpe da ginnastica, solo Sara ha i bastoncini e gli scarponi perchè soffre a una caviglia. Ci chiedono dove andiamo e Filippo risponde che non lo sappiamo e che non ci interessa, e veniamo un po’ diffidati dal continuare. Ridiamo tutti e 3, oggi facciamo i merenderos ma ovviamente in montagna ci sappiamo stare, Filippo più di tutti. In effetti sopra la neve è tanta e molle, non vale la pena di proseguire, quindi arriviamo poco sotto la forcella e ci fermiamo. Lasciamo scendere un gruppetto che è meglio avere sotto che sopra, e ci avviamo verso il rifugio.
“raccogliamo” Marco e Peppo, birretta insieme e scendiamo per il giro più lungo, sull’altro lato del lago. Bellissime cascate, stradina in piano. Assicuriamo Marco che ora non si sale più, lui è perplesso e anche io vedo che a un certo punto o si nuota nel lago o si sale. Ops….. si… no be dai…. beh… bello… si si…. si tira il fiato e si riparte. Coincidenza pura… passando costeggiando il lago troviamo Simone e Anna che si sono appena calati dalla via! Raccogliamo anche loro e arriviamo tutti insieme all’auto. Tutti belli rossi e contenti. Anna non è rossa perchè a ogni sosta si sarà messa la protezione 🙂 e non si può non prenderla in giro!

Cena finale, sento Danilo che è in zona con il camper, la moglie e i 2 cani: si uniscono alla nostra tavola per pizzoccheri e sciatt, una bella cenetta leggera. E poi coda, coda coda…. Apro la porta di casa alle 2:45.
Beh, un week end sicuramente diverso dal solito, con persone con le quali per lavoro si passa così tanto tempo insieme, che si diventa anche un po’ famiglia.