Medale – Miriam + Brianzi

La Brianzi. Mi ricordo quando al primo raduno di Planetmountain a marzo 2010 io avevo salito la Miriam e già mi ero ritenuta soddisfatta per la mia prima via in Medale, guardavo salendo la seconda parte della ferrata, Crodaiolo e Slowrun sulla Brianzi, che sale parallela a sx della Bonatti e sbuca nei pressi della cima. Li avevo conosciuti poche ore prima al bar, per me erano quelli veri, inarrivabili ma erano stati gentili a consigliarmi la Miriam, che mi era piaciuta e mi aveva soddisfatta. Dalla prospettiva della ferrata, sembravano due ragni appesi sul nulla di questa parete verticalissima.
Ho salito due volte la Bonatti, perché la seconda volevo salire la Brianzi ma avevamo finito l’acqua e faceva troppo caldo, la Bonatti è ben più veloce e facile e avevo optato per quella. Insomma mi era rimasto un sasso nella scarpa…
Arriviamo ai nostri giorni, in questi 5 anni davvero è successo di tutto, ma alla fine, come un ciclo si torna lì, dopo una sorta di superamento dialettico, con più coscienza e conoscenza di tanti meccanismi: della parete e della vita.
Per ovviare al fatto che Sandro in valle del Sarca ha salito quasi tutto gli propongo la combinazione Miriam + Brianzi. Almeno del Medale gli mancano un sacco di vie….poi arrivano due week end di maltempo e uno di impegni suoi, poi ci sarebbe il raduno del forum al Sengio e io sono veramente combattuta.
Ma dopo il Manolo salito in modo pietoso (almeno per la forma della testa) sento il bisogno di darmi un’altra possibilità e poi in fin dei conti questo è un progetto che è lì da oltre un mese. via…. dai andiamo. lo so che lui è più contento così. E anche io.

Tempo buono, parcheggio pieno. Potremmo anche salire da Sogni proibiti ma l’idea di quella cengia infinita ed erbosa che traversa l’Antimedale dopo 2 tiri, 100 metri di erba verticale per andare all’attacco, boh non ho voglia. Andiamo per la Miriam, sperando che le auto siano tutte di ferratisti.
Prepariamo la ferramenta in allegria, partiamo chiaccherando sulla strada praticamente verticale che arriva poi al sentiero. A metà: Sandro hai preso tu la relazione vero? no!. torno a prenderla allora… no no dai se sai dove è l’attacco va bene ugualmente. Ha evidentemente fretta.
… arriviamo sparati all’attacco e mentre io arranco sull’ultimo salto della ferrata verso l’attacco lui è già pronto addobbato l’imbrago scarpette ai piedi. Arrivo disfo la corda gliela do per legarsi e “posso partire?” si si … un attimo che ti assicuro… così abbiamo dribblato una cordata di due ragazzi. Uno dei due mi riconosce e mi chiede se ero io al Sigaro Dones la scorsa estate, si fanno due chiacchere. Momento social. Per la prima volta mi godo il primo tiro della Miriam da seconda. ohhhh. Per convenzione il primo tiro tocca a Sandro, sempre. Con un ghigno gli dico vai vai. Insomma non è difficile, ma quella placchetta, quel passetto verso destra… ha sempre il suo perché.
Il resto niente da dire, in meno di due ore siamo sistemati nel boschetto dove si traversa per la Bonatti e la Brianzi a fare lo spuntino di mezza mattina in attesa che 3-4 cordate a grappolo lungo il pilastro se ne vadano verso l’alto e sperando che nessuno vada dove andiamo noi.
Riesco a sbagliare strada nei 50 metri di cengia e trovarmi per zolle erbose all’attacco del Cammino dello Xian… torno più giù e arrivo al pilastro, non mi ricordo un tubo, mi assicuro a una lama mettendoci un cordino, arriva Sandro mi passa oltre di un metro e c’è il fix per assicurarsi. vabbè oggi è evidente che non sono molto centrata. Fatemi scalare che riesco a farlo, ma per il resto non sono molto reattiva. I miei pochi veri compagni di cordata sono persone ironiche e pazienti che sopportano e sorridono.
Salgo il tiro in comune tra le due vie, condivido la sosta con una cordata a 3. Poi parte Sandro per il tiro chiave. Oltre a essere il chiave è anche quello che presenta dei problemi di orientamento nella prima parte. Benedetto i-phone…. gli recito bene la relazione del tiro, che però non è precisa in un punto. Insomma due tentativi e non si capisce cosa fare, poi arriva una cordata che ha già fatto la via e gli spiega, che era giusto come stava facendo al primo tentativo, il diedrino che sembra marcio va salito e poi c’è un chiodo che non si vede. Ok, ora tutto chiaro. Il tiro non è facile, la chiodatura non è qualitativamente rassicurante e la roccia all’inizio è di dubbia qualità. Cambio di marcia rispetto alla Miriam. Da seconda passo in libera, ma non è facile. Con delicatezza estraiamo di nuovo l’iphone… sosta semi-appesa. Vado io vai tu… va be, Sandro vai tu, che se mi succede come sul Manolo mi intristisco. Tiro dall’aria arcigna, in realtà faticoso ma bello e non così duro. Il Medale è sempre fatica. fatto un po’ di gardening e preso un cespuglio in un occhio lo raggiungo e lo lascio lì nella sosta comoda all’ombra spazzata da uno spiacevole venticello che si è levato. Il tiro dopo è di 50 metri. Parete aperta, spesso controllo dove andare, non sono più abituata a cercare cose diverse dagli spit, mi rendo conto che non ho più il fiuto che avevo maturato. Il tiro è infinito, le corde tirano, strapiombino finale e poi traverso, con le corde che non vengono.
Per uscire dalla via abbiamo un sacco di scelte: uscita di Altri Tempi, uscita del Cammino dello Xian, originale Brianzi, raccordo con Bonatti. Scegliamo l’ultima. La richiodatura ha messo insieme un bel tiro su placca ruvida, molto divertente.
Comoda passeggiata di discesa, giù alla macchina un attimo di relax a guardare la relazione della guida e fare due considerazioni, con l’ultimo barlume di lucidità che resta mentre si apre lo stomaco e la sete si fa sentire forte. Traffico furioso in città, detto fatto ci tuffiamo al bar degli arrampicatori dove so che ci aspetta un buffet rigenerante.
Purtroppo le foto fatte restano intrappolate nella fotocamera, di cui non ho più il cavetto e dove non avevo inserito la scheda di memoria…. peccato!
Mi aspetta un altro giorno libero, per la prima volta dal 2 ottobre godo di tre giorni consecutivi senza lavoro. La mente libera, gli accordi con Pietro e domani mi aspettano le placche iper tecniche del Sengio Rosso.