Minivacanza arcense

Pronti via… 3 giorni da passare in giro, sono pochi ma ci sono, e viste le previsioni meteo instabili, decidiamo di andare in valle del Sarca, l’amata valle, ed eventualmente fare una puntata in alto un giorno.
Programma: una via al giorno, per recuperare un po’ il tempo perduto. poi i giorni diventano 4, inaspettatamente… e saranno 4 vie, tutte in valle, due al caldo e due al fresco.

Coste dell’Anglone – dall’Antistoria alla Storia
Giornata soleggiata, calda ma non troppo, si scala tutto sommato bene e a mezzogiorno arriva il venticello dal lago.
Via aperta da Grill in compagnia dell’illustre Alessandro Gogna nel 2009, inizio della “seconda era Grill”. Via carina in stile Anglone, che si snoda tra placche e traversi sotto tetti colorati. Niente di particolare da aggiungere. Non siamo riusciti ad uscire in libera dal tetto… pazienza.

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Caratteristica uscita passando attraverso un buco, con il quale VYGER lotta per un bel po’, ma resta sempre con le gambe penzoloni senza riuscire ad infilare un ginocchio per spingersi dentro del tutto. Opta quindi per l’uscita “moderna”, data A1. Passiamo entrambi in libera, sarà circa 6c (forse 6c+), traverso strapiombante con prese un po’ distanti ma buone.

Giretto ad Arco, puntatina al caffè Trentino, puntatina a salutare i miei amici Laura e Paolo al Redpoint, che ci invitano a cena per la sera successiva, e ci consigliano dove piantare la tenda.
Andiamo dove ci hanno indicato e ci troviamo in quello che in quel momento mi viene da descrivere come il “migliore dei mondi possibili”.
Dopo 10 minuti mi trovo a nuotare nel lago per recuperare una bottiglia di acqua che messa in fresca, è andata a farsi un giretto lontano dalla riva… va be… una bella rinfrescata e 4 bracciate male non fanno.
IMG_2892La mattina dopo, l’alba nel migliore dei mondi possibili.

Oggi sarà giornata piena: via piuttosto recente ma semi sconosciuta alla
Spalla sud del Croz dei Pini (Casale): Calende Greche.
Ho questa relazione da qualche mese, è ora di andare… oggi giornata un po’ bigia e decisamente fresca. Via lunga sui 420 metri, sostenuta la prima parte, poi molla un po’ nei tiri centrali (roccia spesso da controllare), e termina con due stupende lunghezze in placca. Ostici davvero i primi 4 tiri, con gradi forse un po’ stretti, poi si normalizza. Ben protetta a spit, da integrare magari qua e là. Considerata la discesa decisamente… ehm… rustica giù per la rampa, ne esce una giornata di discreto impegno.

CIMG2358il tetto del terzo tiro

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stupenda placca sostenuta, quarto tiro

Poi termino le batterie della fotocamera, niente foto purtroppo.
Bella cena tra amici, poi a nanna, belli cotti.

Ci svegliano i pescatori prima che suoni la sveglia, usciti dalla tenda ci accoglie un cielo plumbeo, le previsioni dicono che sarà nuvoloso tutto il giorno… per il Diedro Martini però siamo un po’ stanchi, magari una cosa da mezza giornata…. andiamo a terminare un mio tentativo dello scorso inverno a San Paolo, la via “Il Perfezionista”, che avevo sottovalutato e non ero affatto in forma, come non lo erano i miei compagni di cordata.
Solito metodo ormai consolidato: parte Vyger, e poi a chi tocca tocca.
Via decisamente consigliabile. Noi abbiamo patito un caldo atroce perchè poco dopo che abbiamo attaccato le nuvole sono scomparse all’improvviso, e si è piazzato un sole impietoso sopra le nostre teste, che si è velato solo poco sotto l’ultimo tiro. Una bastardata, non ce la meritavamo!! Via protetta con i soliti cordoni, su cui è necessario integrare. Purtroppo niente foto, ho dimenticato la fotocamera in macchina e tirare fuori l’iphone non era il caso…
Comunque si distingue in una prima parte su placca nera e in una più fisica lungo tetti colorati… uscita su roccia da controllare.
Usciamo completamente disidratati, la Lanterna sembra un miraggio lontano, riusciamo a prendere coscienza e autocoscienza solo dopo aver bevuto “alla goccia” un litro di acqua.

Last day… uggioso con previsione di pioggia dalle 12. Niente Diedro Martini- uffa. Scegliamo una via breve, a questo punto rientreremo prima ed eviteremo le code (seeeeeee)
Vada per La scuola pitagorica e Hans Dulfer. alla parete del Limarò. I nomi delle vie di Grill sono sempre deliziosi. Mi sto ancora chiedendo cosa c’entri Pitagora con questa via…. Dulfer si, e tocca a me.
Nel preparare un cordone da lascio (vista l’età della via andiamo muniti di coltello e cordoni per qualche sostituzione), ci passano davanti due cordate, li guardiamo malissimo da dietro, e con la forza dello spirito li spingiamo ad attaccare la via di fianco, lasciandoci la nostra completamente libera.

Nel complesso una vietta carina da mezza giornata…
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A me tocca il tiro di Hans Dulfer, davvero molto bello.

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A Vyger tocca quello che forse è il tiro di Pitagora, una bellissima placca grigia di precisione e movimento.

Ed ecco…. fine dei 4 giorni. In Gardesana piove ed è pieno di auto tedesche di vacanzieri, le lente gallerie, le chiacchere varie.
Tra il serio e il faceto ci troviamo a parlare di che cos’è l’alpinismo, e stavolta senza troppi fronzoli filosofici, ecco una risposta che ci viene, che puoi condirla quanto vuoi, ma è di una estrema semplicità e complessità insieme:
“che cos’è” l’alpinismo: vai su di là, torna giù di qua. Riposa. Risali su da un’altra parte, scendi ancora giù.
Tutto un gran salire per poi scendere, e quando sei giù guardi su quello che hai fatto e quello che vorresti fare, e vorresti essere là a salire, quando sali vorresti già essere su, quando sei su vorresti già di nuovo essere giù e invece hai ancora lo scazzo della discesa.