Monte Cucetto – Via dei Torrioni

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Lunga giornata quella di oggi….
purtroppo i programmi dolomitici e orobici sono stati stroncati uno per la mancanza di tempo e il secondo per il meteo non abbastanza stabile. Pazienza ripieghiamo su qualcosa di più comodo, senza rinunciare ad una lunga arrampicata.

Scegliamo di andare ancora una volta in val Chisone, la guida riporta una bella e lunga via al Monte Cucetto, formata da 3 torrioni. Sarà una lunga avventura… bellissima roccia e bella via con tratti decisamente atletici, diversi strapiombi a lame meravigliosi, alcune placche divertenti, molto lavorate. La via è spittata piuttosto distante, ma forse l’S3 della relazione è esagerato. In ogni caso difficoltà piuttosto omogenee, e i 6a+ in strapiombo si fanno ben sentire!
Salito il primo torrione, scendiamo per un ravanoso canale (la doppia facoltativa è meglio non farla per non tirarsi addosso di tutto). Traversiamo il canalone detritico e arriviaom alla base del secondo torrione. 3 bei tiri ci portano in cima. Una doppia e un altro ravano nella boscaglia ci fanno arrivare alla base del terzo torrione, detto torrione Gaido in nome del primo salitore.

Sette tiri molto vari, una via del 1989 recentemente riattrezzata, anche qui strapiombi e qualche placca, arriviamo in cima. Si può scendere in doppia oppure proseguire con una doppia sul versante opposto e risalire in cima. Così facciamo, saliamo due tiri e siamo convinti di essere in cima. Sul secondo dei due tiri metto un cordino su una lama per proteggere un bel runout, visto ceh sono un po’ stanca e sono ancora in strapiombo. Quando sale Andrea si accorge che la lama si muove (io non l’avevo tirata, lui si). Pericolosissimo….

In cima soddisfatti e contenti mettiamo via tutto. Mi avvio per prima, guardando una paretina davanti a me e pensando “ti immagini se la cima non è questa? ma no.. e lo schizzo torna!” Verso sinistra cerco il sentiero e invece c’è un salto enorme. Guardo la parete e vedo uno spit… noooo!!!!! ecco… ci sono altri due tiri. In fretta disfo la corda che ho sulle spalle, prendo 8 rinvii e le scarpette, non prendo altro, questa è già una bella perdita di tempo. Andrea mi dice di stare attenta…. vado, non è difficile, salto la sosta e vado sul tiro superiore, recupero un rinvio vicino ad un altro per essere sicura di averne abbastanza, arrivo su e recupero Andrea. Siamo entrambi stanchi.
Ora non ci sono dubbi, sopra di noi non c’è più niente, controllo bene… ecco, possiamo scendere.

Ravano infinito, evidentemente la maggior parte della gente evita questi tiri finali e si cala al terzo torrione, fatto sta che cerchiamo il canalone nell’erba alta, scendiamo su sfasciumi con pochissime segnalazioni, anche se il canale è quello giusto, l’ho tenuto sott’occhio mentre salivamo.
Finalmente alla macchina, dopo questa discesa scomoda dalla cima all’ultimo passo verso la strada!!