Mosaico allo Spazzacaldera (Albigna)

Sono settimane di gran caldo, queste.
Con Luigi si pensa ad un’altra via su granito, da fare in giornata, e mi propone l’Albigna, una delle mecche per gli arrampicatori dell’ovest lombardo, che io invece non conosco per nulla. Dopo gli 800 metri di Kundaluna ho iniziato a prendere confidenza con il granito, che mi è piaciuto moltissimo e ancora molte soddisfazioni mi aspettano su questo tipo di arrampicata.

Ci illudiamo che in quota tiri una bella arietta, ma purtroppo non sarà così, si tratta probabilmente del week end più caldo dell’anno.

Lo Spazzacaldera pare sia una sorta di falesia d’alta quota, le vie sono più o meno spittate, si arriva su comodamente in funivia e poi in 10 minuti di camminata in piano si arriva alla base della parete. Gli ingredienti necessari per una giornata “plasir”, come si usa dire. Del resto non si può cercar gloria ogni volta che si esce di casa, come disse un mio conoscente una volta.
La via è attorno ai 400 metri di sviluppo, 8 tiri, traversata, poi a scelta si sale per la normale o per una variante, e poi si raggiunge la fiamma, caratteristica lungua di granito alta una trentina di metri, che forma la singolare e famosa vetta dello Spazzacaldera.

Alla base lasciamo gli zaini come da prassi, ci leghiamo una borraccetta che Luigi sostiene essere da mezzo litro (…) a testa, le scarpe e infilo una barretta nella tasca della custodia della fotocamera. Vengo esortata a partire sul primo placcoso tiro di 5a. Non mi sento molto sicura…. da seconda mi ero divertita su Kundalini e Luna, ma qui la testa deve funzionare bene e non pensare che non ci sono nè appigli nè appoggi, ma bisogna “fidarsi dei piedi”. Spit a distanze siderali.
La via è un insieme di placche (spittate) e fessure (da proteggere). A me tocca un tiro di 5c… un fessurone quasi interamente da proteggere. Parto gagliarda, piazzo qualche friend, e arrivo un po’ meno gagliarda in sosta, tutto sommato orgogliosa della mia performance da principiante di questo tipo di arrampicata.

Lungo la via, di solito affollatissima, incontriamo una coppia di simpatici ragazzi, con cui si scambia qualche parola. Vedo la ragazza che si toglie la maglietta e resta in reggiseno, di quelli proprio intimi. Visto che fa un caldo infernale e io ho sotto la maglietta un top sportivo, decido di imitare la ragazza e prendere un po’ di sole, e Luigi fa altrettanto.

Con un facile tiro arrivo alla fine della via vera e propria, dove i ragazzi si calano mentre noi proseguiamo.
Una bellissima variante piuttosto fisica ci evita un paio di noiosi tiri della normale, un tiro davvero entusiasmante! Arrivo in sosta da Luigi, ed estraggo la relazione per capire ora da che parte andare per cresta.
Un colpo d’aria però fa cadere il foglio nello strettissimo intaglio ai nostri piedi…. sbuff, pant, azz…. mi tocca, visto che sono l’elemento della cordata di minori dimensioni, calarmi infilandomi nel camino, e a stento recupero il foglio. Strisciando però mi si rompe la cerniera del contenitore della fotocamera…. e addio barretta!!!! Mi restano solo 3 caramelle che la ragazza mi ha regalato come dolcetto visto che per noi la giornata sarebbe stata ancora lunga.

Proseguiamo verso la fiamma su un brutto terreno ma una volta arrivati alla base la fatica è ripagata: è davvero come nelle fotografie, stupenda e panoramica, è solo lì da scalare!! Ed è stranamente tutta per noi. Via il casco e via le scarpe dall’imbrago, per questo ultimo entusiasmante tiro. Tra fame e sete non me la sento però di andare da prima, mi sarebbe piaciuto (è poi 5c) ma mi sento indebolita.
Va avanti quindi Luigi, che si mette in posa per la caratteristica foto, in piedi sull’esilissima vetta. Poi salgo io, faticando per la debolezza, ma entusiasta per la bellissima scalata. Arrivo in vetta e non ci penso nemmeno a mettermi in piedi, mi accontento di accovacciarmi in qualche modo, poi ci caliamo in una doppia e torniamo alla base.

La discesa si rivela pietosa per il mio stato. Mi accorgo solo ora che ho anche dimenticato di rimettere la maglietta, e la scottatura che sta arrivando ha contribuito a disidratarmi. Scendendo chiedo a Luigi se posso fare il bagno nel lago della diga…. non riesco a pensare ad altro che all’acqua fresca. Troviamo una chiazza di neve (che non si sa come sia resistita!!) ci tiriamo addosso una palla e poi ne bevo un po’…. che sollievo!!! Una volta alla base Luigi estrae dal suo zaino una scatola piena di frutta fresca…. una vera manna!!!

Sosta per una birra in compagnia di conoscenti bergamaschi incontrati al mattino, e stavolta la grandinata la prendiamo mentre siamo in macchina…. stiamo migliorando con il timing! 🙂