Parete san Paolo – via La Tartaruga

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Dopo circa un mese dedicato solo alla falesia, è ora di fare una via… siamo nel pieno della stagione arcense, le giornate sono corte, quindi tiriamo fuori la relazione di una via che avevamo già deciso di fare in una di queste occasioni: la Tartaruga, aperta da Grill e soci a febbraio 2012. Grill 2.0.
La giornata è uggiosa e i colori dell’autunno sono ormai smorzati.
Il parcheggio della Lanterna è già quasi pieno, diverse cordate come noi si dirigono verso gli attacchi. Vyger ha dimenticato il casco, gli tocca scalare con la crapa ignuda….
Parte e salta la prima sosta, armeggia con il passaggio di ingresso del secondo tiro, con un chiodo molto a sinistra rispetto alla linea che rende ancor più difficoltoso il passaggio molto severo per i piedi. Ok… oggi c’è da faticare.
Non gradisco il passaggio sprotetto e improteggibile sulla lama off width del terzo tiro, gli lascio anche quello (che del resto se avesse fatto la prima sosta sarebbe toccato a lui). Tiro molto bello, da alpinistone classico…
Così mi tocca il tiro chiave e mi approprio anche di quello successivo. Sono due tiri in placca molto tecnici e con passaggi obbligati piuttosto duri e molto continui. Su questa vietta Grill non regala davvero nulla, soprattutto ai climber piccoli come me. Sicuramente in questi ultimi tempi sono molto viziata dalla falesia ma sono anche in forma… trovo la via molto bella ma anche decisamente impegnativa e i gradi mi paiono strettini.
Il tiro successivo parte con un bel boulder secco, poi le difficoltà diminuiscono nelle ultime lunghezze, che si fanno più discontinue.
Arriviamo in cima con una bella luce dorata e un sole tenue che scalda il giusto. Sfoglio il libro di via e vedo che rispetto ad altre sulla stessa parete, questa non abbonda di ripetizioni. Invece merita, anche se meno bella del Perfezionista, poco più a sinistra.
Lasciamo anche noi il nostro messaggio e scendiamo, attesi per abbuffarci di torte ad un compleanno.