Presolana, via Bramani Ratti

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Quando avevo appena iniziato ad arrampicare mi portarono a fare la via del Fratelli Longo in Presolana, la trovai dura… poi si parlava delle altre vie sulla parete sud, e mi parlavano della più classica, la Bramani Ratti, come di una via dura, amici che erano tornati indietro perchè la variante Scandella, con passi di VI, li aveva respinti. Tante volte ho pensato di andare a ripetere la Bramani, ma poi ho sempre ripensato a quei racconti e mi ero diretta altrove.

Capita che Claudia (Iaia) mi contatta perchè si è trasferita a Bergamo e in queste settimane è libera per scalare, io sono ancora in ferie, e decidiamo finalmente di scalare insieme, dopo tanto tempo che ci conosciamo e a tratti siamo in contatto. Sono io a proporle la Presolana, in Grignetta entrambe abbiamo fatto tanto e io ci sono appena stata 3 volte, ai Campelli non mi va, altrove fa caldo… ed ecco: anche lei non ha mai salito la Bramani!

Il viaggio da Dalmine a Castione ci consente di farci una bella chiaccherata, dato che non ci vediamo da oltre un anno. Con gli uomini si parla di vie e di progetti, di gradi… con una ragazza ci si aggiorna sui mobili della casa, sulle faccende sentimentali, insomma per parlare di scalata ci sarà tempo quando saremo in parete. Ogni tanto ci vuole. Ci incamminiamo, quando la parete si vede e sembra vicina manca ancora il tratto più faticoso, il solito ripido ghiaione. Il puntino arancione del bivacco Città di Clusone è lì antipatico e sempre troppo minuscolo per illuderti che manchi poco… mano a mano anche lui si fa più grande, è finalmente ora di prendere a destra le ripidissime tracce che ci porteranno alla base, ancora in ombra.

Ci prepariamo senza troppa fretta, Claudia mi comunica che mi toccheranno i tiri dispari perchè contengono il tiro chiave. Va bene. La parete va al sole mentre mi allaccio le scarpette…. che bel tempismo, per un fatto visivo e “ambientale” mi piace arrampicare con il sole, mi da allegria e grinta. Mentre parto mi accorgo vergognosamente che è tanto tempo che non salgo una via classica a chiodi, non sono più abituata a cercare la linea logica. Nel primo tiro perdo un pochino di tempo a capire dove andare, poi finalmente mi risveglio e non succederà più di fermarmi a cercare. I primi tiri si susseguono rapidissimi, siamo molto allegre, la via è bellissima anche nei tiri facili, e la giornata è da spettacolo…. molto raro il sole così limpido in Presolana, spesso avvolta dalla nebbia.

Quinto tiro, il primo quinto grado della via. Meraviglioso… dpo una decina di metri in placca vado a destra a prendere il lamone rosso di 20 metri, uno dei tiri più caratteristici della via. Molto estetico, molto divertente, con uscita aerea.
Il tiro dopo è la fessura strapiombante, che dalla sosta non si vede. Ho ricordi tetri di fessure strapiombanti in dolomiti… anche Claudia, e mi cheide se voglio andare avanti io. Arrivo alla fessura, dai non è così orribile.

Ci siamo. La temutissima variante Scandella. Per curiosità diamo un’occhiata alla via originale, decisamente marciotta. Il pilastro della Scandella è favoloso….
Parto con i primi metri in placca a buchi, non protetta e non proteggibile. Poi inizia una bella sequenza che sale verso destra, salgo tranquilla e divertita, roccia magnifica, butto la mano dietro una fessura, guardo e…. aaaaahhh!!!!! un ragno!! mi scoccia ma chiedo a Claudia se mi blocca un attimo, che lo scaccio via… ho paura dei ragni! prendo un rinvio e inizia la lotta, lui se ne va, ma sospetto che si sia spostato nel buco che mi servirà dopo… Claudia ride e mi prende in giro.
Mi do un contegno, cerco di non pensare al ragno nella mia presa e vado avanti, miracolosamente non mi viene morsicata via la mano e arrivo salva e integra in sosta.

Ora tocca a Claudia, dovrebbe essere l’ultimo tiro ma per l’attrito delle corde lo spezzeremo in due. Ora tocca a me ridere… parte e dopo qualche metro si incastra in un caminetto perchè sembrava più facile dentro che fuori. Io guardo divertita la scena dalla mia sosta scomoda, con lei che lotta per raggiungere la sommità del pilastrino che la sta incastrando alla parete. Sbuffando vince il pilastrino e fila via veloce. L’ultimo tiro è un po’ un enigma dalla relazione che abbiamo, parto cercando un po’ una linea logica, dentro un caminetto a forte rischio di incastro, in breve traverso a sinistra e arrivo in sosta, al termine della via.

Saltando una doppia, ne facciamo solo 4 e in breve siamo già alla base della parete, ricomponiamo tutto e ci incamminiamo. Ora è il laghetto alla malga Cassinelli che sembra sempre piccolo, non lo guardo per un po’, e finalmente lo trovo grande… il fatto è che mi stufo a camminare!! Finalmente raggiungiamo anche la macchina e mentre ci cambiamo sentiamo una voce famigliare e allegra…. nooooo!!! Michele!!! L’amico Michele era il personaggio che abbiamo visto verso le 15 aggirarsi alla base, noi che temevamo un ladro di zaini… no, era lui che stava attaccando la Longo per raggiungere poi la vetta della Presolana Centrale e scendere. Un razzo.
Una birretta insieme per concludere la bella giornata sulla nostra Regina.