Riflessioni su un anno diverso

IMG_0014Nella vita si cambia. Restiamo le stesse persone di sempre ma si cresce, si fa esperienze, la vita ci scorre addosso e non possiamo sempre scegliere del tutto quello che vogliamo fare. Scegliamo entro il raggio di azione che ci è consentito.
Negli ultimi due anni la mia vita è cambiata parecchio, a partire dal fatto che il mio week end si è ridotto a una sola giornata, e nel tempo mi sono resa conto che non mi è più possibile dedicarmi come vorrei all’alpinismo su roccia.
Che significa tante cose: avere tempo, a volte (soprattutto in estate, la migliore stagione per tutto) avere 2 giorni per potersi spostare o salire di quota. Avere un compagno fisso: le vie più impegnative non si improvvisano con chi si trova, ma si sognano, si organizzano e si realizzano con un vero compagno di cordata.
Insomma, tanti aspetti che ora mi mancano, ma che non voglio considerare una perdita.
Ho trovato un bel gruppo in palestra.
Ho conosciuto tante persone che come me hanno solo la domenica libera.
Ho voglia più di compagnia che di isolamento in parete.
Ho voglia di difficoltà, di mettermi alla prova, di superare barriere diverse… è quasi un bisogno, so bene da cosa nasce, è sicuramente molto complesso, ma la maturità mi ha portato alla consapevolezza e all’accettazione di questi fattori.

Il mio 2013 arrampicatorio è stato segnato dalla scoperta dell’arrampicata sportiva.
Che non è l’andare in falesia quando fa troppo incerto per una via, o perchè non si ha voglia di una parete. Ma per la scelta di dedicare energie e tempo a salire 20-30 metri di roccia, superando difficoltà sempre maggiori.
IL mio background, la mia formazione alipnistica sono molto lontani da tutto questo, ma ho trovato terreno fertile in palestra. Ho detto, perchè no? Prendiamo il meglio di quello che le difficoltà della vita mi pongono davanti…
E mi si è aperto un mondo. Ho scoperto un approccio tutto nuovo all’arrampicata, troppo spesso bollato come “fissazione”, o come pigrizia per le vie, come se l’arrampicata sportiva fosse una figlia illegittima dell’alpinismo.
Quando un amico molto forte qualche mese fa mi disse: io non faccio vie perchè ci metto già tutta la testa per chiudere i miei tiri, allora non capii. Era l’inizio. la lunga stagione invernale-primaverile di quest’anno è stata un disastro meteorologico, anche volendo, le domeniche di brutto tempo sono state così tante che dare una continuità all’attività alpinistica su roccia non era possibile… e il tempo l’ho messo a frutto così: in pratica sono “andata a scuola”, le lunghe domeniche al Rockspot hanno cementato un bel gruppetto, tutti arrampicatori sporitvi, tranne me, che vengo spesso presa in giro o considerata come una nuova leva, che forse chissò….
Da parte mia ho scoperto prima di tutto che c’è sempre da imparare, basta aprire occhi e orecchie senza fossilizzarsi sul proprio passato. Poi ho scoperto che è divertente, si, l adifficoltà è divertente! Frustrante quando non si riesce, galvanizzante quando la si supera. Ho scoperto che occorrono non solo forza e resistenza, ma anche occhio, precisione, fiducia nei propri mezzi e negli appigli sempre più piccoli che ci vengono offerti. Come dice il mio amico Nicola, prima o poi la zanka arriva sempre! come vedo fare dal Clod, è tutta questione di equilibrio. Come fa e traccia Mirko, “nel dubbio lancia”. E questa per me è la cosa più difficle.

Insomma ho guardato i più forti, analizzato la loro scalata, scelto quella che mi piace di più e cerco piano piano di farla mia.
Quest’anno lo considero un viaggio: viaggio in un mondo per me nuovo… molto diverso da quello che ho sempre vissuto in montagna, ma altrettanto affascinante e complesso per motivi diversi.
La conclusione è sempre la stessa: arrampicare è meraviglioso, divertente, stimolante. Arrampicare fa bene dentro e fuori. Fa bene farlo fuori e se non si può lo si fa dentro.

2 Risposte a “Riflessioni su un anno diverso”

  1. ciao Eva, se posso darti un piccolo consiglio, considerata la tua “nuova” propensione a misurarti con la difficoltà, è quello di variare il più possibile nelle tue uscite la tipologia delle falesie, in modo da ampliare il più possibile il bagaglio di esperienza, cosa che nel tempo di darà molte soddisfazioni quando vorrai arrampicare a vista; così potrai “lavorare” sulle qualità che eventualmente scarseggiano maggiormente (amesso che tu ne abbia 🙂 ) nel tuo repertorio; e se prossimamente decidi di fare un “salto” in Friuli fai un fischio, che qui in pochissimi km ce n’è per tutti i gusti, bellissimi muri tecnici, strapiombi a buchi, a canne, placche ecc.

  2. aspetta fammi capire…lavori 6 giorni a settimana? che sfiga
    spero tu faccia un sacco di soldi presto e possa smettere di lavorare subito in modo da poterti godere gli anni migliori…..
    poi e` tardi…..

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