Settimana camuna, tra famiglia e roccia

IMG_2690Con grande fatica, finalmente arrivano le ferie, le tanto agognate 2 settimane di vacanze!!!
E’ sabato mattina, ho tutto pronto e decido di mettere in macchina tutto quanto, deciderò in giornata se partire la sera o la mattina dopo per Lozio, il piccolo paese in Val Camonica dove i miei genitori hanno un appartamento. Ho voglia di trascorrere tempo con loro, di riposarmi e se possibile di arrampicare un po’.
Mentre chiudo la porta di casa so già che non tornerò questa sera. La giornata in negozio è tranquilla, chiudiamo e parto. Senza cena, subito: devo lasciare Milano, non la voglio vedere per un po’.
Con le ultimissime luci della sera arrivo a Darfo, mi fermo al solito autogrill per una coca cola e sento Claudio. Sta scendendo ora dalla falesia di Mine (sopra Lozio), e tornerà il giorno dopo per scalare insieme a Paline, sempre in zona. Mi dà due rapide indicazioni, lui conosce benissimo la zona e io, a livello di arrampicata, per niente. “segui da Borno verso la Val di Scalve, dopo un po’ vedrai una prua rocciosa sulla strada, parcheggia e sali mezzo minuto a piedi”.

FALESIA DI PALINE
descrizione della falesia
La mattina scorre tranquilla con i miei genitori, un giretto in paese, qualche spesa e uno spuntino.
Arrivo in falesia pochi minuti prima di Claudio, tempo di vedere che è una falesia di quelle serie (lo sapevo, ma speravo meno severa alla vista). Muri strapiombanti alti 35 metri, più verticale verso sinistra. Tavolino con panchina alla comoda base. Deserto.
Saremo solo noi oggi in falesia. Si scala e si chiacchera parecchio, oggi Claudio è stanco da qualche progettone provato il giorno prima a Mine. Un 6a+, un 6b, un 6b+ (Alcolica, Smog, Tartufon). Su questo faccio un resting perchè in ultmo tengo male un rovescio e non mi fido a proseguire… mi costa la solita e nota presa in giro: ma tu un passo in più azzardato no eh? io: eh… lo sai…
Aspettando che arrivi l’ombra su un 6c che mi vuol far provare, Sweet Mamma Fix, scaliamo un breve tiro molto carino.
E’ la prima volta che Claudio mi propone di provare un tiro da seconda. La faccenda è seria allora… sale lui, poi salgo io, senza problemi ma notando la chiodatura davvero lunga. Grazie Clod!!! Un singolo piuttosto duro, poi decido di non riprovarlo da prima, e passiamo al vicino 7a: Anche le formiche nel loro piccolo. Simile al precedente ma anzichè un singolo duro c’è tutta una sezione di dita e di posizioni assurde da tenere. Lui fa un resting e io resto abbastanza incredula. Fatto questo si riposa un po’, un’oretta a chiaccherare sulla panchina. Cerco di non pensare che devo tornare a ripetere il tiro. Poi, inseroabile, lui guarda la parete, e poi guarda me. Eh… dico, si si ok, vado.
Un po’ meglio di prima ma non troppo. Intanto mi suggerisce i passi con una precisione pazzesca, non capisco come faccia.
E’ ora di andare via, ma voglio assolutamente tornare in questo posto, merita davvero tanto! Peccato che poi non riusciremo a combinare per il resto delle ferie, lui è in partenza per Mentone, e io tutta la successiva settimana sarò a Claviere. Chissà, in futuro.

FALESIA DEL GAVER
descrizione della falesia
Il giorno successivo mi trovo al Gaver con Chiara, rocciaforever del forum. Le ho proposto questa falesia perchè dista un’ora da me e un’ora da lei che viene da Arco, e so che è stata recentemente richiodata, con l’aggiunta di alcuni tiri. Posto ameno: superato il Passo di Crocedomini scendo qualche chilometro in una bellissima stradina tra prati verdi, arrivo al bar con maneggio e mi fermo ad aspettare Chiara. Ripenso alla prima volta che sono stata qui, scalavo da pochi mesi, mi ero divertita su questa strana roccia granitica a funghetti, ora voglio tornare a vedere com’è.
Roccia arriva in moto, sulla sua Kawasaki 1000 nera, ben attrezzata ma infreddolita. Non fa caldo oggi. Mentre cerchiamo il sentiero assolutamente non segnato, troviamo 3 ragazzi che salgono e ci indicano dove andare. Climber salve. Posto ameno come lo ricordavo, arrampicata non banale e spesso molto obbligata, dal momento che la roccia è completamente liscia e si possono usare soloquesti funghetti, a volte molto lontani. Scalo Lacrime di Cane, un 6a molto particolare, caratterizzato da una fessura, il tiro più famoso della falesia. Avevo penato 5 anni fa, ora lo trovo un divertentissimo tiro che finisce troppo presto.
Piango lacrime invece su un 6b+ dove i funghi sono per me troppo lontani, armeggio in tutti i modi e non ci arrivo. Pace. Come dice un amico, shit happens.
Nel frattempo facciamo amicizia con i ragazzi conosciuti in falesia, birretta tutti insieme, poi io e Chiara ci diamo appuntamento a Claviere, dove saremo ospiti di Nicola!

I giorni passano tranquilli e sereni a Lozio, con una bella gita in malga da amici, che in estate gestistono un alpeggio con un gregge di capre e dei maiali.
In un uggioso pomeriggio convinco mio papà ad andare insieme alla falesia di Cividate, vorrei insegnargli a fare sicura. Impara subito e bene, peccato che dopo i primi due tiri si mette a piovere e tocca tornare a casa.
Nel frattempo sento l’amico Lorenzo, con cui ho scalato tante volte e passato tanto tempo in palestra nel mio periodo rovatese, e qualche volta anche dopo. E’ in vacanza nella sua casa di Vilminore di Scalve e ci mettiamo d’accordo per scalare insieme alla falesia dedicata a Roby Piantoni a Colere.

FALESIA ROBY PIANTONI
descrizione della flaesia
Posto ameno sopra Colere e ai piedi della Nord della Presolana, la falesia non presenta tiri magnifici, ma il contesto vale sicuramente una visita. Prati verdi sotto di noi, sopra il calcare bianco della Presolana, posto fresco per arrampicare in estate, oggi quasi troppo fresco! Tempo due tiri di riscaldamento e ci raggiunge anche Luca, amico di Lorenzo che già conosco. Arrampichiamo in 3 provando i tiri che ci piacciono di più. Tra tutti molto bello Doulce de Leche, 6c+ di continuità in strapiombo. Purtroppo al secondo giro perdo la continuità sul passo di uscita, e sarà resting.
Poi io e Lorenz ci buttiamo su un temibile 7a+, bravo lui ad uscire dalla malefica placca finale, e soprattutto dal boulder iniziale. Io lo provo da seconda, ma i due passi in allungo non mi vengono proprio.

Con papà e un vicino di casa il giorno dopo andiamo a percorrere l’itinerario ad anello della Ciaspolata a Lozio, che porta al Colle Mignone. Bel giro, sicuramente divertente d’inverno al chiaro di luna!
Poi arrivano i saluti, è stata una bella settimana molto varia, riposante e con 3 giornate di arrampicata in cui sono stata bene. Scendo a valle, passo a dormire a Milano, e la mattina dopo parto per un’intensa e divertente settimana a Claviere!