Stelle di polvere, coste dell’Anglone

Sono curiosa di leggere quello che sta scrivendo. Sandro, dico. eh si, ha ricominciato e a brevissimo sarà pubblico il suo nuovo sito: dopo la triste fine di sandrodetoni.com, risorge con sandrodetoni.org. Evviva. E ora, qui seduto a un metro da me, starà sicuramente scrivendo della via di ieri. Sarà curioso leggere la sua esperienza di quello che abbiamo condiviso.

Beh, ieri poi era il nostro secondo anniversario. Anniversario della prima via insieme, intendo. Ricordo come fosse ieri quando quella domenica mattina, l’ultima di gennaio, lo aspettavo a quel parcheggio, lo vedevo sbucare dalla nebbiolina gelida. Oggi è ancora più gelido.

A distanza di due anni, ora facciamo colazione insieme, prepariamo la roba e partiamo. Stessa parete di due anni fa, quando avevamo salito Oksana. Adesso ho in tasca la relazione per una salita ben più pretenziosa, forse troppo: Il Gigante. Sulla carta va benissimo, ma è da ottobre che non scalo in parete, e dovrei sapere quanto lo stesso grado in falesia o in via sono diversi.

Morale, dopo il primo tiro ci caliamo. Troppo pretenziosa così, in una fredda giornata di gennaio, quando solo a far sicura all’ombra degli alberi ci si congela, e il tiro che pensavo di 6b+ con un passo di A0 è un faticosissimo A0 in traverso con qualche passo di 6b+ qua e là. “peta ‘nàtimo”, non è ancora ora. Te l’avevo detto, io, quando ieri in un momento morto in negozio ho sfogliato la guida e tirato fuori altre due idee per oggi… ecco. Andiamo verso Stelle di polvere.

Attacchiamo alle 12.30 abbondanti. Parto io per questo breve e robusto primo tiro, un bel bloccaggio in strapiombo, divertente, atletico e freddo.
Seguono due insignificanti e brutti tiri di placca con roccia di dubbia qualità. Alla fine del terzo tiro ci chiediamo come possa FIlippi dare quattro, ben quattro stelle a questa via e giudicarla assolutamente consigliabile. Bah…. Poi i tiri diventano più interessanti. La via è piuttosto facile, e come prima salita dell’anno ti abitua subito a stare in campana ricordandoti che anche se è ben chiodata (almeno su questo il buon Filippi ci ha preso), non si è in falesia e la roccia va controllata. Il mantra di oggi è “occhio a quello che tiri”.

Nel complesso i gradi sono contenuti, la chiodatura a spit è sicura anche se in alcuni tratti distanziata. Ma la via resta da non sottovalutare per quanto riguarda la qualità della roccia. Interessante il quarto tiro, una placca non facile, e il tiro successivo per fessure, lunghissimo.

Per quanto siamo veloci, ormai il sole sta girando dietro la parete, e scegliamo di uscire per i due facili tiri della variante, che non superano il 6a+. La via originale va in traverso a sinistra ed esce per diedri di roccia compatta. La parete è ormai in ombra ed è tardi per impegnarci in questi tiri. Alla fine siamo fuori in poco più di tre ore, ma alle 16, quando riprendiamo il sentiero per scendere, già fa freddo. Superiamo il ponte verso Ceniga stando attenti a non scivolare sul verglass. Coppie di fidanzati si aggirano infreddoliti, la natura sembra completamente morta. Ci vuole ancora un po’ perchè la valle torni ad essere quel posto assolato, dove al rientro dalle vie bisogna stare attenti ai ciclisti, dove al rientro hai voglia di fermarti a bagnarti i piedi nella fontana poco distante dal parcheggio.

Ma si… ci siamo alla fine divertiti anche solo per il fatto di essere fuori casa, nella “nostra” valle in una bella anche se fredda giornata di sole. Cosa chiedere di più… per altre avventure più avventurose ci sarà tempo.