Terra di Mezzo, fine dei lavori

E’ arrivata. L’ultima domenica libera fino al Natale… l’aspettavo al varco, aspettavo questo momento che inesorabilmente sarebbe arrivato, insieme al primo vero freddo.
Ed eccoci qui.
Solite telefonate, preparativi, aspettative, infine si decide di andare alla Terra di Mezzo io Chiara, Cecco e Marcello. Sabato giornata spettacolare di sole tiepido, domenica dovrebbe essere quasi uguale. Ma c’è il quasi a darci fastidio e a mettersi tra noi e il sole. Morale della favola: oggi fa freddo ed è tutto grigio, e la falesia è piena di poveri disperati in cerca di roccia tiepida: bresciani, milanesi e parmensi, sparsi un po’ su tutte le stupende linee di questa falesia (di cui non dico nulla, perchè nulla è in rete).
Dico solo che è una falesia stupenda: posizione panoramica con vista lago laterale. Esposizione a sud, 38 metri di fascia rocciosa verticale su roccia perfetta, arancio con alcune fasce nere, una 30ina di tiri di cui alcuni divisi in 2 da una catena intermedia, prima che cambi consistentemente la difficoltà. Posto incantevole, davvero. Ci sono già stata in una brutta gionrata (non cos’ fredda) e avevo scalato un 6c e un 7a a vista, provato un 7b che oggi avrei voluto portarmi a casa da impacchettare sotto l’albero di Natale….

Io e Chiar però facciamo finta di essere motivate, in realtà il freddo e il grigio ci tolgono energia e forza, la mente è troppo occupata a pensare al male alle mani e ai piedi procurato dal freddo pungente per lasciar libero il corpo di muoversi.
Si scalicchia, si porta su la corda, si portano su le gambe in qualche modo, ma non di più. Oggi va così. Cecco invece sembra non subire questo clima da tundra, agile e leggero come al solito si porta a casa un bel tiro. Io e Chiara sorseggiamo tè e guardiamo ammirate le ragazze parmensi, ci lasciano di stucco per l’agilità e la determinazione.

Per me oggi finisce un anno importante. Apparentemente inutile, interiormente indimenticabile. Sono successe tante piccolissime cose, tanto piccole che all’esterno potrebbe parere un anno buttato, proprio come un anno vissuto in una terra di mezzo, in un’isola che non c’è. Invece niente nella vita succede per caso, o, meno poeticamente, tutto fa brodo. Ora, come diciamo sempre io e Anna, noi “smettiamo di esistere”. Ci saranno ancora momenti di vera vita, ma fino a Natale sarà tutto più duro, più difficile e faticoso. Quel che viene viene, per quel che ci potremo permettere di viverlo.

Un piccolo bilancio dell’anno a livello di scalata. Oggi sono demoralizzata, ho arrampicato male, bloccata da paura e freddo, come un sacco inutile appeso ad una corda. Come se pesassi 100 kili. E come mi ha detto Cecco: cancella questa giornata dal punto di vista sportivo. Rimane un anno di grande crescita, dentro e fuori.
Faremo altri viaggi nella Terra di Mezzo, e farò pace con questo luogo così magico e pacifico, che merita di essere visto con tempo migliore e di essere scalato con il sorriso.