Val Daone – Per chi mi hai preso?

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Da un paio di anni conoscevo questa nuova via aperta da Angelo Davorio &C, poi come tante volte capita, hai in mente una cosa ma mille altre se ne fanno….
Questo week end senza idee, il sabato al mattino al lavoro impedisce di fare altro che non andare in falesia, la domenica a ovest pare bruttino… un sms di Gigi mi dice che lui e altri 2 amici andranno in Val Daone, propongo questa o un’altra via ad Andrea, e ci decidiamo.
I nostri amici andranno su un itinerario nuovo di Filippi, ci salutiamo al nostro parcheggio e loro proseguono.

La via è completamente attrezzata a spit, un amico mi aveva detto “mah, magari portati 2 friendini piccoli”, ma sinceramente essendo placca hanno solo aggiunto un po’ di zavorra all’imbrago. Il sentiero è breve, ma avevo sentito parlare di lunghi andirivieni in cerca della traccia giusta. Invece è stato segnalato da bollini e puntini gialli, e un po’ di frequentazione della parete ha battuto un po’ la traccia nel bel boschetto di aghifoglie.

Sulla parete ci sono altre vie: Un tempo furono guerrieri (credo la più recente), Cavalcando l’orso, la più facile, e Le fiabe di Danerba.
Partenza su un diedrino sporco di muschio (5c), dopo un grattacapo e attenzione al muschio si passa, poi più facile. Seguono due tiri divertenti in placca a funghetti (5a), un tiro di collegamento nel bosco e poi due bellissimi tiri sul 6a: il primo dei due parte bruttino e sporco, poi bella placca. Il secondo è divertentissimo, vale la via: una placca verticale a funghi, che sembra un muro da palestra!!! Ogni passaggio è il divertimento di trovare la posizione giusta per meglio arrivare alla presa dopo.
Poi diventa più facile e con la spittatura lunga tiro dritto senza accorgermi che poco più a destra c’era la sosta. Rancando come un mulo per l’attrito delle corde arrivo all’albero che segna il termine della via, inanellato di due bei cordini e anello di calata.
Discesa in doppia, solo parzialmente in via. Un piccolo ravanamento nel bosco per cercare la penultima doppia, che non si fa alla sosta di partenza del quinto tiro altrimenti è impossibile gettare le corde: passato il boschetto, la doppia si trova dove ricomincia la pendenza.

Mentre scendiamo penso che potremmo anche salire “un tempo furono guerrieri”, ma Andrea mi dice che non si sente affatto bene, il raffreddore si è trasformato in qualcosa di più…. scendiamo quindi, un panino al bar della valle, dove il gestore, come il migliore dei rifugisti, si informa su che via abbiamo percorso e ci dà il libro da firmare.
Molto bella la val Daone, una valle trentina frequentata molto dai bresciani, bucolica, pacifica e tranquilla. Peccato che le vie appetibili siano poche…..