Polimagò

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E’ stata per me LA salita dell’anno, la più emozionante, la più bella, o meglio: quella che davvero mi è entrata nel cuore. Per giorni l’ho rivissuta dentro di me, tornavano tante immagini alla mente nei momenti di vita “normale”.
Dopo la prima visita in occasione di Kundaluna, della Valle mi sono davvero innamorata… ero contenta della giornata, per le vie, ma non ero contenta di me.

Martedi arriva un mp da Luigi del tipo: ti ho preso il friend 0.5 che ti mancava…. direi che sarebbe da provare qui. Allegata trovo la relazione di Polimagò, il cui traverso avevo fotografato il 3 luglio con l’idea di una cartolina, un cinema, una cosa da guardare e ammirare così.
Sono combattuta, ma neanche troppo. Come sempre in questa stagione di sorprese. Del resto con Luna ho un conto da chiudere e non solo per quel tiro su cui ho faticato troppo e cui voglio rendere giustizia per la bellezza…ma voglio tornare a rifare il traverso, l’uscita, voglio in effetti salire la Porta del Cielo che tanto ho visto in giro….
Le vie su granito salite quest’estate hanno danno i loro frutti: sul primo tiro non sono più un salame informe, ma anche se con un piccolo aiutino (abbiamo sempre 4 cordate che aspettano di salire…) stavolta scalo e non affondo nelle staffe, anzi nemmeno tiro fuori una fettuccia. Secondo tiro (primo Poli) duro duro…. fisico da matti, strano, poi dopo il ristabilimento, ritrovo il mio amato granito, e iniziano le danze. Luigi fa quello tranquillo, è sempre così. Ma anche lui ha il suo conto da chiudere qui, il giorno prima mi aveva detto di essere preoccupato, che poi una volta in valle il Nuovo Mattino ecc ecc tutto sarebbe andato bene. Io lo vedo alla grande!

LA PORTA DEL CIELO
Tocca a me la porta del cielo, era già detto e la decisione non si tocca.
Queste decisioni prese ancora “a terra” mi danno la forza di non permettermi titubanze. Salgo strisciando nel camino, vedo un chiodo ma è fuori portata… forse chi è più alto sale più esterno rispetto a quel che faccio io ora. Quindi salgo i miei 10-15 m a incastro senza proteggere, ma tranquilla, solo affaticata, e rido di gioia quando finalmente abbraccio la lama sommitale della porta, passo un cordino, e proseguo verso destra, fisicamente distrutta ma moralmente davvero “al cielo” e arrivo in sosta.

TETTINO E FESSURA
Arriva il tiro duro… Slow concentrato sul suo “fantasma” che lo aspetta. ( Quando la sera vedrò la guida che dice che quel tiro è 6a invito lo Slow a regalare la guida a qualcuno (di antipatico)…
Proseguo sul magnifico tiro di fessura, seguendo un tetto, ci sono un paio di chiodi e metto qualche friend, tiro tipicamente mellico, arrivo in sosta entusiasta e…… alla sosta c’è uno spit. Alzo gli occhi e ce ne sono altri 2. Attimo di raccoglimento, consultorio, delibera, vorrei che non lo rinviasse, del resto è lì… cos’altro fare.. ma la via prosegue senz’altro a destra, che poi è quel che faremo. Poi scopriremo che sono stati messi dal Soccorso Alpino per un recupero.

IL TRAVERSO. Niente da dire se non entusiasmante, emozionante, da vivere!!! ero preparata a questo tiro, forse per questo non l’ho subito, anzi sono arrivata divertita, entusiasta…. ci pensavo da martedi, non vedevo l’ora di arrivarci!

LUNA
Poi gli ultimi tiri sono miei, voglio tornare dove ho faticato solo un paio di mesi fa. Ora salgo tranquilla… poi il traverso e le ultime placche…. dove ho il mio momento mellico…. a 8 metri da un chiodo mi accorgo che dovevo stare più a sx……!!!!!!!!!!!!!! lemme lemme rientro un po’, e x fortuna tutto ok….., ma che paura!
All’uscita della via le placche che lentamente si dissolvono nel prato che di venta bosco, e dal mondo allucinato del granito si entra in un mondo fatato di verde, dove sostare e tornare lentamente alla realtà.

IL CERCHIO
Siamo in cima. vorrei rilassarmi, star lì, godermi tutte le sensazioni provate. Invece Luigi felicissimo mi gira intorno e mi dice Ma ci pensi che abbiamo salito Polimagò! Ha chiuso con i suoi fantasmi del passato, e anche io sono felice, stavolta davvero ho vissuto in pieno la via, certo non i tiri duri, ma quello che era nelle mie possibilità.

UNA NOTA
La valle è davvero unica, percorrerla al mattino quando è ancora in ombra e silenziosa, e solo le pareti ricevono la luce del sole, è molto intima. Al ritorno invece ti accoglie solare, calda, ti da il ben tornato dopo aver viaggiato su vie come questa, dalle placche allucinanti e fessure da proteggere, dopo che hai dimenticato che laggiù c’è un mondo quotidiano che hai lasciato e dove devi tornare.