… e siamo in vacanza… racconto dissacrante del primo giorno di ferie

Dedico questo articoletto ai miei colleghi… al clima scanzonato che si è creato al lavoro e che ha generato questo “mood”, questo modo di esprimersi. Come spesso succede, i racconti non li scrivo a casa, ma tornando in macchina mentre guido, mentre chiacchero del più o del meno o dei massimi sistemi, e niente, le parole prendono forma, poi devo solo mettermi comoda e trascriverli.
Il racconto è in dialetto, come vuole questo mood degli ultimi giorni, solo che nella mia famiglia interregionale (come i vecchi treni Milano-Venezia) il dialetto non si è mai parlato e questo scritto sarà certamente pieno di errori. Ma so che chi deve capire capirà, per gli altri c’è sotto la traduzione.

Questo vuole essere una trascrizione divertente della dissacrazione che sto vivendo verso l’arrampicata: ha iniziato ad importarmi sempre meno di avere progetti, di lavorarli, di chiuderli, di fare allenamento specifico. Eppure una bella sorpresa come un 7a flash può arrivare ugualmente e allora ne sono contenta, e la prendo come un regalo.

La storiella inizia nell’ultima ora di lavoro, prima della chiusura (3 giorni per i miei colleghi e una settimana di ferie per me). Atmosfera da “basta…. vacanzaaaaa!”

Sara so la cassa, te so tot da l’armadieto, va a ber na bira coi coleghi. Ciapa so la machina, va a casa, senti Sandro, “organisomes”, na fadiga: cata fora la falesia, el pioerà el pioerà mia…
Fa la docia, maia, prepara la roba. Dormi. No, fa calt, dorme mia.
La matina: maia, laa so i piatc, te so, va en falesia, camina, na fadiga, chel senter del casso l’è en pè isè; ria là, desfa el saino, taca so a rampegà per scaldase e intanto fa do ciacole co la sent, e po, via, taca el tir dur che ta olet proar da ‘n’ano ma ta ghet semper miseria.
Pota, el ta la seret subet, isè a sorpresa. E alura che fet, ta scalet amò en po.
E po, el piof el piof mia, amò en tir, va be, desmonta so tot, ciapa so la roba, fa so el saino, torna so, va a ber la bira per festegiar la prestasiu ma gh’è en trafic enculat, na fadiga boia a parchegià.
Ria a cà, fa la docia, scrii sul blog…. mamooooo, che cojoni!!!

Ecco una traduzione….
Chiudi la cassa, prendi tutto dall’armadietto, vai a bere una birra con i colleghi. Prendi la macchina, va a casa e intanto senti Sandro per organizzarci, una fatica: trova la falesia, che poi, pioverà o no….
Fai una doccia, cena, prepara la roba. Va a letto, no, fa caldo e non dormi. La mattina fai colazione, lava i piatti, prendi su, vai in falesia, per quel sentiero ripidissimo e odioso (breve per fortuna), arriva là, disfa lo zaino, inizia a scalare per riscaldarti e fai due chiacchere con i conoscenti che incontri lì.
E poi via, è ora di provare il tiro duro che vuoi provare da un anno ma quando sei andata lì un paio di altre volte è sempre prevalsa la pigrizia. E a sorpresa lo chiudi subito…. E allora cosa fai, scali ancora un po’ e poi non si capisce se pioverà o no, ancora un tiro, va bene dai, poi smonta tutto, rimetti via il materiale, torna giù, vai a bere una birra per festeggiare la prestazione ma c’è un traffico pazzesco sul lago, che fatica trovare parcheggio.
Poi arriva a casa, fa la doccia, scrivi sul blog…. mamma mia…..