Corma di Machaby – Topo bianco

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Non avrei mai pensato di trovarmi a scalare a Machaby a metà luglio… soprattutto per questo week end i programmi erano del tutto diversi: da mesi Andrea sapeva che avrebbe accompagnato la sua prima gita, la gita della SEM allo Zupò. Invece viene rimandata per maltempo e venerdi sera ci troviamo senza idee.
Butto lì una Corma di Machaby perchè sembra che in Valle d’Aosta sia meglio che in Lombardia… idea accolta. Subito pensiamo a Topo bianco, che già avevamo guardato quando poi siamo andati su Tike Saab.
Bene si parte. Effettivamente dopo Ivrea il tempo sembra migliorare un po’.

La via è bella e piacevole, difficoltà più o meno omogenee. Un tiro di raccordo per arrivare alla cengia mediana, ma per il resto nessun tiro banale.
Non si è mai sull’aderenza pura, piuttosto bisogna giocare di equilibri perchè molte fessure sono verticali, appoggi piccoli. Il passo chiave è al terzo tiro, nulla di che, il problema per me è che quando mi alzo su una tacchetta minuscola e due piccoli appoggi, faccio per rinviare (poi viene il passo chiave) e per 1 cm non arrivo al rinvio. Quello sotto è decisamente parecchio sotto, tentare la libera mi costerebbe 1) un rinviaggio scomodissimo a metà passo 2) alta possibilità di volo causata dal punto 1, e il volo sarebbe molto lungo visto che sono a fine tiro.

Intanto di fianco abbiamo 2 cordate tra loro amiche che stanno salendo il Diedro Jacod. Mentre io gioco con l’equilibrio e con la resistenza dei miei polpacci, ormai certa di un volo per cui non troppo agitata (rassegnata piuttosto), la regia milanese mi suggerisce di prendere un rinvio con il gommino e picchiarlo dentro da sotto. stile furbo. Prendo il mio mitico rinvio giallo cui poco tempo fa ho messo il gommino perchè si girava sempre. Tric trac, alzati sulle punte… entra. Oh là. Parto per la bella sequenza, e arrivo in sosta. Dalla regia mi dicono brava. eh capirai.

Il resto della via corre tranquillo, i 2 tiri dopo la cengia (7° e 8°) sono di puro divertimento, tra equilibrio in placca e bellissimi quarzi bianchi per mani o piedi a seconda. Nel frattempo si leva un vento con raffiche, tipico della zona. Il sole è andato via e in maglietta inizia a far fresco.
Velocemente facciamo gli ultimi due tiri, uno a testa senza praticamente fermarci alla sosta, e arriviamo in vetta, insieme alla prima cordata dei milanesi, due ragazzi molto giovani e alle prime esperienze, che vengono accompagnati dai loro ex istruttori. Poi arrivano gli istruttori, ci stringiamo tutti la mano, scopriamo che di vista ci conosciamo anche (sicuramente già visti ai Resinelli o a qualche sosta).

Scendiamo tutti quanti dal sentiero recentemente attrezzato, quando, arrivati agli attacchi, troviamo 2 ragazzi che stanno chiamando il soccorso perchè durante la doppia uno dei due si è rotto una caviglia. Attendiamo insieme l’elicottero che vista la boscaglia potrebbe far fatica a trovarli. Auguri al ragazzo, che per sua ammissione ora dovrà vedersela con la fidanzata…..

Poi gran merenda tutti insieme, la mitica merenda valdostana… i milanesi ci portano in un posticino che conoscono, non il solito del parcheggio.
Mentre brindiamo, arriva lo scroscio d’acqua previsto.