Domeniche infrasettimanali al Pelo e riflessioni di fine anno

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Ed eccolo arrivato, il momento in cui “si smette di esistere” (vd articolo precedente): 5 domeniche di apertura del negozio dall’ultima di Novembre alla vigilia di Natale, un tour de force cui non si scappa. La domenica viene sostituita da un giorno di riposo in settimana, a me tocca il maretdi. Che quest’ anno ho sempre passato nella famosa falesia del Sasso Pelo.

Beh. Dopo l’estate inizio a scalare ed allenarmi con Chiara, con cui si consolida una bella amicizia. Lei e Cecco, guida alpina che insegna al Rockspot, vanno sempre a scalare in settimana e guarda caso vanno sempre il martedi, spesso con Mirko, il tracciatore in palestra. Cecco sta provando un tiro al Sasso Pelo, ed ecco che il primo martedi mi aggrego, partiamo in 4 e nonostante il vento gelido che si leva nel pomeriggio, ne esce una bella giornata. Mi sorprende che in giro sia pieno di gente, anzi di Ragni. Falesia frequentata, e a quanto pare più gente di quel che immaginavo esce in settimana.
Il tempo nelle settimane da bello diventa ottimo.
Settimana dopo, il bis. Sempre noi 4. Sono un’infiltrata nel Rockspot staff.

Aperta parentesi.
Nel frattempo io e Chiara siamo rimaste vittime della famigerata tabella del Clod. In pratica Claudio ci ha prese in simpatia e visto che volevamo diventare brave (beh Chiara lo era già!) alla richiesta “mah…. si magari vorrei allenarmi un po’”, eccoci recapitata per mail una tabella della durata di 4 mesi che più che una tabella sembra la proposta di un viaggio verso l’ignoto. Abbiamo vinto il nostro Ticket to nowhere… La religione dell’allenamento. Oddio Claudio è noto come il sommo teorico e praticante dell’allenamento per l’arrampicata, chiunque in giro lo conosca (praticamente a Milano, Lecco e Brescia tutti), conosce la sua metodicità e il suo perfezionismo in arrampicata e in allenamento. Siccome è fatto così crede che non esista un altro modo sensato di vivere questo sport, a meno di essere fokozzone. Quando la gente molla il suo allenamento ci resta male. Chiara dice “tutti sono passati per il Clod”. E io aggiungo “e pochi sono sopravvissuti”.
Ora è la nostra volta.
Chiusa parentesi.

Ed è così che conosco un posto meraviglioso: il Sasso Pelo è una falesia fantastica… come dice Cecco ogni volta: c’è sempre il sole! Certo, si va quando il tempo è bello… la prima visita è anche quella paesaggisticamente più spettacolare. Veniamo da un periodo di brutto tempo e freddo, risalendo il lago di Como e arrivati a Colico siamo immersi tra le montagne innevate, il sole splende in un cielo incredibilmente azzurro, la neve intorno è tanta. Io mi sento rinascere.
Le settimane successive sempre cielo azzurro, temperature decisamente più miti, ma meno neve in giro, quindi meno magia. Ma insomma…. lasciata Gravedona si risalgono i tornanti e si incontrano frazioni così isolate, dove il tempo sembra fermo, fermo come la tavola piatta del lago luccicante sotto i nostri piedi.
Si attraversa un bosco ormai rinsecchito, la natura ora sembra morta, ma l’ultima volta mi sono accorta che alla base di un tiro c’erano due bucaneve.

Scaliamo, Cecco al terzo martedi chiude Mercante dei Sogni, 8a+. E subito trova un altro progetto per la settimana successiva.
Io non ho ancora chiuso nulla, perchè mi sono posta un obiettivo importante. Ho provato un 7a a vista ma l’ho sbagliato. Era la quarta settimana di allenamento ed ero assolutamente goffa e stanca.
Poi ho provato Calamity Jane, 7b. Il 7b è un grado serio. Non è per i fokozzoni. E io, sarò capace?

Il coach, Claudio in palestra mi ha sgridata, non lo dovevo provare in questo periodo! Sto caricando pesi su pesi in allenamento, sto scalando coppie di tiri fino a farmi aprire le mani…. non devo provare progetti! Devo divertirmi, scalare facile. Eh ma Clod la tentazione, il tiro bello, sei lì, ce l’hai davanti….. nooooo!!!! Finisce che ti fai male!!
Ecco. Mi stringo nelle spalle e lo guardo da sotto in su, di sbieco, come quella che l’ha fatta grossa. Chiara gli ha appena confessato più o meno cose simili, ma poi se ne è andata e resto io a sorbirmi la ramanzina, seduti sul tappetone sotto lo strapiombo, il solito posto dove ci siamo conosciuti tutti, dove abbiamo iniziato a parlare, dove abbiamo programmato tante uscite quest’anno. Quello è il nostro posto. Come immagino nei bar ritrovo ognuno abbia il suo tavolo preferito. Ecco il nostro è quella porzione di materasso verde di fronte al lato destro dello strapiombo, vicino a quella povera pianta piena di magnesite. Dove il martedi e il giovedi ci sono sempre i nostri zaini e le nostre scarpe, più o meno anche nello stesso ordine.

Ultimo giorno.
Ultimo martedi.

Per l’occasione mi viene a trovare Nicola, caro amico di Torino.
Tutto questo ha un senso. Se quest’anno sono avanzata di 3 gradi, dal 6b al 7a, oltre che ad essere uscita da una crisi che rischiava la depressione, lo devo principalemente, oltre che a me stessa, ad alcune persone. Uno è Nicola. Che non ha fatto niente di particolare, abbiamo scalato un po’ insieme, mi ha ospitata in vacanza a Claviere, abbiamo chiaccherato tanto, ma se ci penso non ha fatto niente se non darmi fiducia, con la sua calma molto british. Forse Nicola l’ho conosciuto in un momento buio, e lui, persona estremametne positiva, era l’amico giusto arrivato nel momento giusto. C’è una grande stima reciproca, e quando stai con una persona che ti stima, se tu hai stima di lui, impari a stimarti anche tu. Proprietà transitiva. Un sillogismo di Aristotele.

L’altro “motivatore ufficiale” è ovviamente Claudio, il coach. Lui è invece introverso e sembra che non stimi nessuno, o meglio, che non giudichi nessuno né in bene né in male. Intimorisce tutti e pochi si prendono confidenza con lui. Quando ne dà, sa essere una persona eccezionale. Solo che non ci crede nemmeno lui. Tutti lo stimano ma è come se attorno a se avesse disegnato un cerchio, oltre il quale non lascia passare nessuno. Se decide che a suo modo ti vuole bene, ti aiuta a scalare meglio. Ho notato che è da dopo l’estate che non mi dice più che sono fokozzona e mi sembra già un bel passo avanti.

E poi ovviamente Chiara: che ha 25 anni, scala da due e ha igà all’attivo qualche 7b. E che soprattutto è una ragazza complessa, simpatica, siamo poco a poco diventate amiche, oltre che compagne di allenamento. Come con Anna sono amica oltre che collega. E’ bello avere un’altra donna con cui condividere una passione: senza competizione, un confronto assolutamente positivo. Ci aiutiamo a vicenda, ci confidiamo, mangiamo le pizze, siamo insicure e ci rassicuriamo, ridiamo, consumiamo le dita, oltre che sul pan gullich, sul telefono per parlare con what’s app.

Nemmeno l’ultimo martedi al Pelo è proficuo per la scalata. E mentre passano le ore mi rendo conto che la prestazione non è quello che ho cercato venendo qui in questo periodo. Ho cercato solo di evitare lo stress, di sopportare l’idea di lavorare la domenica, ho cercato di vivere come mi piace. E sento di aver raggiunto a mio modo un obiettivo che è solo mio e che non è fatto di gradi e numeri. L’allenamento mi ha dato una specie di scusa per non restarci male se non chiudevo i tiri. Il cerchio si chiude e avanti un altro anno.
Tra poco si va in vacanza, poi tornerà la solita vita e sento che sarò pronta, per cosa non lo so.