ferie di maggio ciondolo

fotovai al fotoalbum . Melloblocco.

Maggio è il mio mese. E’ il mese del mio compleanno (il 5… si quello della morte di Napoleone e del 5 maggio di Manzoni) è il mese che preferisco perchè fioriscono i fiori più belli e profumati, perchè la vita sorride, almeno nei colori e nello sbocciare della natura. Maggio è un mese esplosivo, pieno di vita.
Ecco perchè mi piace avere le ferie a maggio. Concordo le ferie la prima settimana, in concomitanza con il Melloblocco, non si sa mai, mi porto avanti. Mi viene negato il sabato ma concesso il lunedi (mio compleanno) e martedi. Andata.
Senza programmi.

Una sera sono in palestra, incontro quello sfasato e amico ormai da tempo del Davide, gli chiedo cosa fa e mi propone 2 giorni a Finale con Elisa (sua amicona e socia fissa) e Corrado, amico di palestra. Ok, si parte. Nel frattempo la domenica fa brutto e quindi ci si trova tutti a Pero per sfinirsi di strapiombi.
Sotto la pioggia a Milano, con un tiepido sole arriviamo a Finale. Prenoto da Bonora, di cui ho il numero memorizzato sul cellulare, mi vede e si ricorda di me dall’anno scorso! Finale è per me un posto speciale e con chiunque sia mai andata ho sempre passato ottime giornate. Ed eccoci ancora qui: 3 commercianti e un amico, ci contendiamo il cliente, scaliamo, Davide ed Elisa sono travolgenti nei loro 25-27 anni pieni di vitalità e voglia di fare. Scaliamo allo Specchio, settore super invernale, ma con la felpa. Situazione già vissuta lo scorso anno con Carlo…. Buchi e strapiombi, tiri lunghi da godersi appieno in questo ambiente così da vacanza, così mediterraneo e bello che è Finale.
Poi giretto a Finalborgo, tappa obbligata Rockstore, aperitivo, poi pizza… che costerà un incubo e litri di acqua da bere per tutta la notte a tutti e 4.

Ci svegliamo, non mi faccio mancare un cappuccino alla Scaletta, quel circolo Arci di fronte a Bonora così famigliare, così fuori dal tempo, soprattutto oggi in cui ci sono solo i locali e mancano i climbers milanesi. Oggi siamo io, la padrona e un cliente affezionato, in questo ambiente anni 60 che ricorda le adunate per vedere la televisione quando la gente a casa ancora non l’aveva.
Terminato il mio rito di isolamento dal gruppo mi riunisco agli altri e si va a Toirano, settore Gumbi. Superata una scolaresca in visita alle grotte, eccoci alla parete che già avevo visto ma su cui non avevo scalato. Palate nei denti per tutti. Ottima roccia giallo-rossa e tiri sfiancanti, belli, lunghi, faticosi e chiodati in stile “pedalare”.
In memoria della mia prima visita a Toirano (ormai quasi nella notte dei tempi) porto tutti a prendere l’aperitivo in piazzetta, prima di tornare nel grigiume.

Mercoledi.
Mi sveglio stanca e con male d’appertutto. Per fortuna piove e oggi non si combina niente. Un giro in palestra per un caffè con Chiara, la mia carissima amica, poipreparo tutto e la sera parto con Elisa per il Melloblocco

MELLOBLOCCO!!!!!!!
non ci posso quasi credere. sono almeno 5 anni che provo e non ci vado mai. e ora ci sto andando!!! così per una cosa venuta fuori per caso in macchina, mi metto d’accordo con Elisa e detto fatto, si parte. Le cose nella vita possono essere semplici al punto di essere disarmanti. Passo da casa sua, mettiamo tutto nella Multipla, partiamo. Smette di piovere e in alta Brianza ci fermiamo a fotografare un arcobaleno di quelli, per l’appunto “da fotografia”. Dato che la fotocamera “buona” l’ho appositamente lasciata a casa, l’i-phone deve dare del suo meglio.
Arriviamo in valle, al Polifunzionale, il fulcro del Melloblocco. Primo incontro con il Ballera, poi andiamo a mangiare. Incontriamo i fotografi con Nicola Noè già al dolce. Convenevoli vari… le cameriere ci guardano male e allora ci accomodiamo per un’ottima pizza. Un paio di birre, chiacchere al centro, poi su a dormire al Campo Sportivo.
Il Mello è perdere la cognizione del tempo, è entrare in una dimensione diversa.
Ci svegliamo alle 8:30, iniziamo a scalare a mezzogiorno con gente incontrata qui. Alle 17 non so ancora se torno a casa o ci fermiamo per una grigliata… Poi purtroppo piove e allora torniamo. Ho scalato ma soprattutto ho incontrato gente, chiaccherato, salutato chi non vedo da tempo, accolto nel gruppo chi è solo e noi stesse ci siamo aggregate. Il Mello ha una sua realtà parallela. Bello per chi la vive per 4 giorni, forse io non sono di questo carattere, ma ha un suo senso ed è bello così. Il Mello ha qualcosa di magico e la cartina del Pedeferri, con la maglietta blu, il sacchetto della magnesite che mi ha regalato K resteranno a ricordarmi la magia di un giorno diverso. Dove anche chi come me è abituato a ritmi teutonici, riesce a vivere una dimensione dove il tempo sembra un elastico.

Si torna. Piove. Vado a festeggiare (in anticipo) il compleanno dai miei.
Poi non so cosa fare… torno al Mello? al lavoro sono ancora galvanizzata da questo ambiente, ma non ho voglia di tornare da sola.
Passa Cecco in negozio e mi dice che lui e il Clod vanno a Paline.
Sento nominare Paline e so che voglio andare là… mi sento già là e non sento ragione di altri inviti.
Paline è un po’ la “mia” falesia. Ci ero stata con Claudio l’estate scorsa un giorno , così vicina a casa dei miei a Lozio, così da picnic, così severa nell’arrampicata ma così alpestre.
Chiara e Cecco non mi lasciano da sola il giorno del mio compleanno e mi propongono di tornarci, visto che Chiara la domenica non è potuta venire e la vuole vedere. Lunedi si torna. Sole, bel tempo, bel clima. Posto così dimenticato da tutti (eppure sulla strada) che non si trova mai nessuno e si sta tranquilli. Anche qui il tempo ha un suo proprio essere, diverso da quello del Mello. Scalo con Chiara e Cecco, Chiara mi ha fatto il poiù bel regalo che una vera amica possa fare, una bella giornata insieme.
La sera passa in pizzeria con i colleghi, il giorno dopo è l’ultimo di ferie.

Sento Fokozzone, amico da tempo, so che è libero in settimana. Gli propongo una falesia dove non sono mai stata e dove mi è stato raccomandato di andare: l’Occhiolo. Posto stranissimo, immeerso nel bosco fitto, un muro verticale che sembra tagliato a bolla, tacchette piccole e arrampicata molto difficile a vista. Posto molto sui generis per location e per scalata, un po’ demodè. Più gotico che bucolico, merita una visita.
Con le dita fumanti, tante persone incontrate, un bellissimo compleanno, finisce questa bella settimana di ferie vagabonde, un po’ a zonzo per posti a me tanto cari.