Grignetta, Cinquantenario: via Fantasma della Libertà

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Era da circa due anni che desideravo questa via, e alla fine la giornata è stata del tutto improvvisata, non mi sarei mai aspettata che Gigi, sempre restio a venire nel lecchese, me la proponesse ieri quando ci siamo visti in falesia. Le previsioni danno brutto dalle 14, quindi non mettiamo in conto alcun concatenamento, Andrea decide di venire con noi all’attacco e poi parte a piedi per il Cecilia, per andare in cima, ci ritroveremo alla macchina.

Faticoso sentiero dei Morti, arrivati all’attacco ci cambiamo e ci copriamo bene, il posto è noto per essere freddo. Il Cinquantenario è emerso un poco dalle nubi, la giornata invoglia davvero poco… e invece sarà sempre meglio, noi sempre più divertiti!
Decido di partire io per non raffreddarmi in sosta. A fatica supero lo strapiombino iniziale, scalo male e non capisco niente… resting, sento gli avambracci che fanno male. Non posso partire così a freddo su un tiro così tecnico, scendo. Accidenti, così mi toccherà il tiro chiave!
Vabbè parte Gigi, fatica tanto anche lui, alla fine passa il malefico secondo spit, poi prosegue, altro pensierino sotto un tettino da aggirare a sinistra, e sosta. Da seconda mi muovo meglio, scalo tutto di filato. Bon, parto per il secondo tiro, più facile (5c), divertente, roccia eccellente come sotto.

Il terzo tiro ha un’aria minacciosa, compatta, colorata. Parte Gigi, sereno, poi un po’ meno sereno a metà tiro, prova e riprova, ma quanta ne ha per rimanere su 2 cose minuscole per le dita senza doversi appendere??? dopo 5 minuti si appende. Guarda, riprova, riguarda, passa. Bene, iniziavo ad avere freddo. Tocca a me, e da seconda mi posso permettere degli azzardi da equilibrista circense tenendo tacchette con le unghie, che da prima non mi sarei fidata. Arrivo al punto critico, Gigi mi guarda, cerco di capire in fretta come mettere i piedi e tenere un improbabile incrocio di mani, non mi voglio appendere!! E’ questione di principio. Lo stupido orgoglio del climber, però funziona.
Tutta contenta arrivo in sosta, meno contenta mi ricordo che adesso c’è il 6c e tocca a me.

Primo fittone alto. C’è un invitante speroncino sulla destra, ma troppo a destra. Dannato apritore…. quando lo rivedo glielo dico! Provo qualche volta e trovo un compromesso decente per non dover tenere un unico buco con mezzo polpastrello… uf… finalmente rinvio. La vita è salva. La reputazione del climber anche visto che non mi sono appesa (anche perchè non avendo rinviato non potevo appendermi).
Posso proseguire il breve e intenso viaggio verso la salvezza, non so perchè (anzi lo so, la memoria subcosciente di un voletto recente si fa avanti) ho paura. Tanta paura che armeggio con prese improbabili senza vedere una bella e comoda fessura davanti al naso. Mi scuso per il tempo perso, rido per la paura che fa solo danni, raccolgo i cocci dell’orgoglio del climber e proseguo traversando a sinistra, ora un po’ più facile. La relazione dice passi delicati… 4 passi e sono salva, con il sedere appeso sopra uno strapiombo, escursionisti che fotografano una delle vie più estetiche della Grignetta.

A Gigi tocca il tiro secondo me più bello e piacevole della via. 45 metri di roccia super, dove arrampichiamo entrambi con somma calma per godere ancora un po’ di questa roccia stratosferica, cercando le prese migliori, l’arrampicata più estetica.
Quando arrivo in cima e con un rinvio suoniamo la campanella arrivano un paio di applausi dal rosalba… mi giro dall’altra parte e mi abbasso per non farmi vedere, che vergogna! non ci avevo pensato….
Con 2 doppie arriviamo sul sentiero, rifacciamo armi e bagagli e ci avviamo sul sentiero delle Foppe… in 3 stanno salendo lo Spigolo Mir al Pertusio, ora la giornata si è aperta. Se non ci fosse Andrea che ci attende chiederei a Gigi una piccola deviazione per chiudere un antico conto con il Pertusio e una via fatta in una giornata sbagliata… un’altra volta dai.
Alle 14 siamo tutti e 3 con le gambe sotto il tavolo del forno e un bel pezzo di pizza davanti, per me è stato importante oggi, una via che ricorderò, su cui tornerò volentieri anche in futuro.