Sperone di Ponte Brolla – via Quarzo

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Sarebbe stato bello passare il week end in dolomiti, ma le previsioni sono cambiate, decidiamo di stare a casa, oltretutto sono un po’ stanca dalla via Vent’anni di Sfiga, ho voglia di fare qualcosa di facile e decisamente plasir. Andrea come sempre preferisce il granito…. allora ok, decidiamo di andare in val Maggia a fare la via Quarzo, di cui ho sentito parlare molto bene.
Tra sveglia tranquilla, perdite di tempo, un po’ di traffico nel trovare il sentiero giusto e poi la parete giusta, attacchiamo al vergognoso orario delle 11:30.
Alcune cordate sono davanti, altre attaccheranno più tardi.

Impatto quasi traumatico con l’aderenza pura, il prim tiro mi serve per registrarmi sul “non cercare la presa, tanto non c’è”. Per 6 tiri è così, placca appoggiata di aderenza. Ogni tanto qualche presina si trova, non spesso.
Dopo il sesto tiro si può scendere per sentiero o proseguire in cima. La cordata simpatica davanti a noi si ferma a mangiare sotto un’albero e ci lasciano passare. Loro sono arrampicatori davvero plasir, dai loro zaini esce una varietà di frutta incredibile, pane, amenità varie. Nenache in falesia porto tutta quella roba.
Iniziano i tiri belli della via, belli verticali, con lame e un’arrampicata più varia.
La via finisce su un prato, bisogna salire completamente a caso (non abbiamo trovato una traccia) fino a una cascina non abitata ma utilizzata… un posto davvero fuori dalla realtà! Andare per credere.
Finito il territorio della cascina, che occupa una seria porzione del versante della montagna, si scende per scomodo e scivoloso sentiero. Ultima difficoltà: non cadere sulla strada quando il sentiero finisce su un muretto alto 3 metri sopra la strada (scalette per scendere).